La Storia
La Bandiera, per tutte le Nazioni è il simbolo della Patria: per Lei molte persone sono disposte ad ogni sacrificio
Nel 1976, Napoleone Bonaparte attraversa le Alpi, sconfigge le truppe del Regno di Savoia e quelle austriache ed entra in Milano. Con l'armistizio si costituisce la Repubblica Transpadana. Sempre in quel periodo, sorsero altre repubbliche di ispirazione giacobina: la Repubblica Cispadana, la Repubblica Romana, la Repubblica Napoletana. Queste adottarono bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790. E anche i reparti militari "italiani", in particolare, i reggimenti della Legione Lombarda, costituiti all'epoca per affiancare l'esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che, riproponendo la medesima foggia. presentavano i colori bianco, rosso e verde. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell'Emilia e della Romagna.
Il 7 gennaio 1797, a Reggio Emilia, 110 rappresentanti delle province di Bologna, Ferrara, Reggio e Modena, rappresentanti della Repubblica Cispadana costituita l'anno precedente, proclamarono il Tricolore simbolo e vessillo della repubblica. Al centro era un turcasso con quattro frecce circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi: la banda rossa, in alto, portava l'iscrizione "libertà - eguaglianza", quella bianca, mediana lo stemma con le iniziali R. C. (Repubblica Cispadana), in quella verde, in basso era scritto il nome dei Reparti nelle bandiere militari. Fu decretato che "..in tutti i luoghi ove si alza insegna di sovranità venga piantata la bandiera tricolore verde, rossa e bianca con l'impronta di turcasso". Sulla scelta del verde come sostituto all'azzurro della bandiera francese, varie sono le ipotesi: una scelta della Legione lombarda che si richiamava al vecchio stemma della città (croce rossa in campo bianco) ed al verde delle divise militari, i tre colori che contrassegnavano il rito di iniziazione di alcune logge massoniche italiane ed in ultimo, la più verosimile e suggestiva ad un episodio verificatosi tre anni prima a Bologna dove, due giovani studenti, Luigi Zamboni e Giovanni Battista De Rolandis, in un moto insurrezionale per ridare l'indipendenza alla città avevano distribuito coccarde bianche, rosse e verdi, il colore della speranza. La speranza della nascita dell'Italia.
Il 18 luglio, con la fusione delle Repubbliche Transpadana e Cispadana, si costituisce la Repubblica Cisalpina, il primo vero stato italiano con un esercito di 25.000 uomini, Capitale la città di Milano ed una bandiera: il Tricolore praticamente uguale a quello attuale.
Nel 1802 la Repubblica Cisalpina si trasforma nella Repubblica Italiana, Presidente Bonaparte, e conserva il Tricolore anche se con forma modificata: un quadrato a fondo rosso in cui era inserito un rombo a fondo bianco nel cui interno era un quadrato a fondo verde. La neonata Repubblica ebbe breve vita perché Napoleone, incoronato imperatore dei francesi si nomina Re d'Italia, cingendo la ferrea corona il 26 maggio 1805 nel Duomo di Milano. Nacque il Regno Italico che, praticamente accorpava gran parte dell'Italia settentrionale e centrale e che durò fino al 1815.
Le bandiere tricolori sventolarono accanto a quelle francesi nella Grande Armata e si coprirono di gloria in terra di Russia, a Maloiaroslavez, ad Ocmiana, a Borodino. A Mosca il primo ad arrivare, alla testa di soldati italiani, fu il Colonnello Ottavio Tapputi, pugliese. All'ombra delle bandiere tricolori, questo sangue versato accenderà nei superstiti la volontà di costituire quel movimento nazionale che porterà all'indipendenza d'Italia.
Ma la restaurazione farà scomparire ufficialmente il Tricolore dagli otto Stati in cui fu ridivisa l'Italia. Ma esso rimase, nella clandestinità, il simbolo della volontà d'indipendenza e di unità. Esso farà brevi ma determinati apparizioni nei moti del 1817 a Macerata, nel 1820 a Nola, Napoli, Messina, Palermo, nel 1821 nel Piemonte e nel 1831 in Romagna e nelle Marche.
Il 10 dicembre 1847 il Tricolore sfilerà, a Genova, davanti al mortaio di Portoria dove un secolo prima si era verificato l'episodio di Balilla. A portarlo sarà il ventenne Mameli che in quell'occasione farà risuonare il "Canto degli Italiani", il futuro Inno Nazionale.
E arriviamo al 1848: il 23 marzo Carlo Alberto dichiara guerra all'Austria (Prima guerra d'Indipendenza) e dichiara "..per voler meglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell'unione italiana, vogliamo che le nostre truppe entrando nel territorio della Lombardia e della Venezia portino lo scudo di Savoia sovrapposto alla Bandiera Tricolore Italiana".
Ma ancora tanto sacrificio e tanto sangue scorrerà all'ombra del Tricolore: a Venezia il Tricolore con al centro il Leone di San Marco sventolerà fino a che la fame, il colera ed i bombardamenti austriaci non avranno il sopravvento, nel 1949 a Roma nei cinque mesi della Repubblica Romana dei Triumviri Mazzini, Saffi e Armellini, sul Gianicolo, attorno a Garibaldi il fior fiore della gioventù italiana si offriva in olocausto e fra loro Goffredo Mameli.
Il 17 maggio 1861 viene proclamato il Regno d'Italia ed il Tricolore diviene il simbolo nazionale. Esso sventolerà su tanti campi di battaglie, sarà l'ultima immagine negli occhi di innumerevoli Eroi. Dalle pianure del lombardo veneto alle nevi delle Alpi, dalle arse dune dell'Africa alle gelide steppe di Russia. Ma sarà anche il simbolo di quella grandezza che lo vedrà, nelle mani del Duca degli Abruzzi, il 31 luglio 1897 sulla vetta del Sant'Elia (m. 5.514) in Alaska ed il 18 aprile del 1906 sulla cima del Ruvenzori, sarà lanciato il 12 maggio 1926 ed il 24 maggio 1928 sul Polo Nord da Umberto Nobile ed ai giorni più recenti, il 31 luglio1954 sventolerà sugli 8.611 metri del K 2 fra Achille Compagnoni e Lino Lacedelli.
Ovunque risuonano le parole di Giosuè Carducci nel primo centenario a Reggio Emilia il 7 gennaio 1897: "... sii benedetta! benedetta nell'immacolata origine, benedetta nella via di prove e di sventure per cui immacolata ancora procedesti, benedetta nella battaglia e nella vittoria, ora e sempre nei secoli!... quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la Patria sta ... il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l'anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene della gioventù dei poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi!...".
Ci auguriamo che anche le generazioni future lo amino e lo rispettino sempre di più anche in considerazione che, in un'Europa unita, il Tricolore sarà il nostro unico simbolo di distinzione.