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La sua sagoma, alta e imponente, si staglia netta nel vasto panorama circostante a perenne ricordo dei fatti the dal 1915 al 1918 fecero dell'altopiano di Asiago l'epicentro di lotte sanguinose e di innumerevoli eroismi. É costituito da un unico piano, a pianta quadrata, in cui si trova la cripta con le tombe dei Caduti sistemati in loculi disposti lungo le pareti di gallerie perimetrali ed assiali al cui centro è la Cappella Votiva. Al di sopra della cripta si apre l'ampio terrazzo al cui centro sorge un arco quadrifronte alto 47 metri. Ai quattro lati del terrazzo, nel parapetto della balconata, sono incisi ed indicati da frecce i nomi delle località dell'altipiano storicamente più importanti. Nel sacrario sono custoditi 12.795 Caduti identificati della prima guerra mondiale, più 3 Caduti, anch'essi identificati, della seconda guerra mondiale, i cui nominativi sono incisi, in ordine alfabetico da sinistra a destra, sui singoli loculi, nonché i resti di 21.491 Caduti ignoti raccolti in grandi tombe comuni nelle gallerie centrali più prossime alla Cappella. Dei primi noti fanno parte 12 caduti decorati di Medaglia d'Oro al V.M. Nel sacrario si trovano raccolti anche i resti di 19.999 Caduti austro-ungarici, di cui 8.238 noti e noti non identificati e 11.761 ignoti provenienti da vecchi cimiteri di guerra dislocati in varie località italiane. In totale nel sacrario vi sono quindi raccolti 54.285 Caduti della guerra 1915-1918 e 3 della guerra 1940-1945. IL MUSEO STORICO Nei pressi dell'ingresso della Cripta-Ossario sono stati sistemati, in appositi locali, dei cimeli raccolti sui campi di battaglia di Asiago, nonché documenti e fotografie dell'epoca che ci riportano una viva testimonianza delle aspre e sanguinose battaglie che vi si combatterono. Nella sezione di sinistra sono illustrate le vicende belliche del settore montano, dall'Adige al Brenta, nei primi due anni 1915-1916 della guerra: dall'avanzata iniziale alla accanita difesa dei valorosi reparti the si sacrificarono sul Passo Buole, Pasubio, Novegno, Cengio, Zovette, Lemerle, Valbella, Meletta per bloccare, sull'ultimo diaframma montano, la grande offensiva austriaca nel maggio-giugno 1916. Nella sezione di destra sono documentate le vicende del biennio 1917-1918, della durissima guerra condotta con molto accanimento da entrambi i contendenti e conclusa con la piena disfatta austro-ungarica. In particolare sono ricordati i disperati combattimenti sul Pasubio, i grandiosi lavori di organizzazione logistica e di rafforzamento delle difficili posizioni montane e l'olocausto delle eroiche truppe alpine nella battaglia dell'Ortigara. SALA PER LA PROIEZIONE DI DOCUMENTARI In un apposito locale esterno vengono proiettati dei documentari in videocassetta, tratti dalle riprese dirette di operatori dell'epoca, integrati dalla illustrazione verbale degli avvenimenti storici della prima guerra mondiale ed in particolare della guerra combattuta nel difficile settore montano. L'ALTOPIANO DI ASIAGO NELLA GUERRA 1915-1918 OPERAZIONI INIZIALI Il settore del Trentino in cui era compreso l'Altopiano di Asiago, venne affidato alla 1a Armata. All'inizio delle operazioni le nostre truppe si portavano avanti, raggiungendo la linea Lizzana-Castel Dante-Corna Calda, e penetravano in Vallarsa e Val Terragnolo, occupando l'interposta zona montuosa Pasubio-Col Santo. Sugli Altipiani raggiunsero la linea dei forti Belvedere, Campo Luserna, Cima Vezzena. In Valsugana vennero conquistate Borgo e Roncegno, ma lo schieramento avanzato italiano, concepito come posizione di sosta per ulteriori sbalzi in avanti, risultò del tutto inadeguato ad una difesa ad oltranza, sia per it terreno sfavorevole the per le forze ed i mezzi disponibili. LA "STRAFEXPEDITION" Nel 1916 le operazioni sull'Altopiano furono caratterizzate dalla "Strafexpedition" (spedizione punitiva) la grande operazione offensiva con la quale gli austriaci contavano di travolgere le nostre posizioni tra la Val Lagarina e la Valsugana per dilagare nella pianura veneta, alle spalle delle nostre Armate schierate sull'Isonzo. Dal 15 al 20 maggio i nostri reparti avanzati furono soverchiati dall'irruenza dell'offensiva e la 1a Armata dovette ripiegare su posizioni arretrate in Vallarsa, in Valsugana e sul Pasubio ove s'infransero pera tutti gli attacchi nemici. Nella seconda fase dell'offensiva, dal 20 al 28 maggio, l'attacco austriaco si sviluppava verso l'altopiano di Tonezza ed in Val d'Astico, raggiungeva Arsiero, mentre per la Val d'Assa dilagava nella conca di Asiago respingendo le nostre difese al margine meridionale ed orientale dell'altopiano dei Sette Comuni. L'attacco nemico progredì dal 29 maggio al 10 giugno, tra Gallio e Marcesina, ma anche in quel settore la nostra resistenza si irrigidì riuscendo a fronteggiare la pressione nemica. Pure i reiterati attacchi nella zona del Pasubio vennero respinti. Sulla sinistra dell'Astico, dopo accanitissima lotta, il nemico riuscì a conquistare la zona del Cengio, difesa fino all'estremo dalla Brigata «Granatieri» affiancata da reparti delle Brigate «Catanzaro», «Pescara» e «Trapani». Dall' 11 al 16 giugno gli austro-ungarici rinnovarono it tentativo di sfondamento con nuove e più ingenti forze lungo la direttrice dell'Astico concentrando gli sforzi delle due Armate: 1'11a contro il M. Novegno e la 3a contro M. Zovetto-M. Lemerle. Gli attacchi al Novegno, scatenati it 12 e 13 giugno contro le posizioni tenute dalla 35a Divisione ed in particolare sul M. Giove, furono decisamente respinti con gravi perdite fra i contendenti: il nemico dovette rientrare nella base di partenza senza riuscire a catturare nemmeno un prigioniero italiano. Contro it settore Zovetto-Lemerle gli attacchi nemici si protrassero dal 15 al 16 giugno, ma furono respinti a prezzo di gravi perdite specie tra i valorosi Reggimenti delta Brigata «Liguria». (ai quali venne concessa la M. 0.). In quel settore importante gli austro-ungarici riuscirono a strappare qualche vantaggio territoriale ma non a sfondare 1'ultimo sottile diaframma montano verso la pianura vicentina. LA CONTROFFENSIVA ITALIANA Non appena si ebbe la sensazione the lo sforzo avversario stesse per esaurirsi, il Comando Supremo Italiano dispose di impiegare pane della riserva generale (5a Armata) per una decisa controffensiva e per riconquistare le posizioni perdute. La battaglia ebbe inizio il 16 giugno dalla zona nord degli altipiani e costrinse gli austriaci ad un ripiegamento generale sulla linea M. Ortigara - M. Zebio - M. Interrotto - Punta Corbin - M. Majo - Passo della Borcola - M. Spil - Zugna Torta. I nostri successivi tentativi di forzare le posizioni avversarie del Pasubio verso il Col Santo e verso la Borcola incontrarono una resistenza accanita. Il 10 luglio, durante l'azione del Battaglione Alpini Vicenza. contro il M. Corno di Vallarsa, caddero in mano del nemico il Tenente Cesare Battisti di Trento e il Sottotenente Fabio Filzi di Pisino d'Istria, i quali, dopo un sommario processo, furono impiccati nella fossa del Castello di Trento il 12 luglio 1916, pagando con la vita il loro amore per la Patria italiana; analoga sorte aveva avuto il Tenente d'artiglieria Damiano Chiesa di Rovereto, fucilato a Trento it 19 maggio dello stesso anno. Benché bloccata, l'offensiva austriaca del maggio-giugno 1916 aveva reso ancor più pericolosa la nostra situazione al saliente trentino e sull'Altopiano; perciò, nell'autunno-inverno 1916, venne realizzato un complesso grandioso di fortificazioni in caverna e di lavori stradali per rendere più sicura la difesa e facilitare i rifornimenti. LA BATTAGLIA DELL'ORTIGARA (giugno 1917) Necessaria per consolidare e riportare la nostra linea sul margine nord dell'Altopiano e sul costone di Portule, la battaglia ebbe inizio il 10 giugno. Gli alpini della 52a Divisione s'impadronirono, con gravi sacrifici, del Passo del1'Agnella e della quota 2.101; a sud, invece, l'attacco non riuscì per la strenua resistenza avversaria, favorita dalle formidabili difese. La 52a Divisione, dopo aspra lotta, il 19 giugno riusciva a raggiungere la vetta dell'Ortigara (q. 2.105); ma il nemico reagì con estremo vigore ed il 25 giugno, malgrado it disperato valore degli alpini e dei fanti della Brigata «Regina», fummo costretti a tornare alle posizioni di partenza. Le perdite furono, da ambo le parti, ingentissime. Per noi, tra morti, feriti e dispersi assommarono ad oltre 23 mila uomini di cui 13.000 gravarono solo sui 22 battaglioni alpini impiegati sull'Ortigara. LA BATTAGLIA DEGLI ALTIPIANI La grave rottura di Caporetto del 24 ottobre 1917 costrinse it settore degli Altipiani a ripiegare 1'ala destra, in collegamento col Grappa, sulla linea Sasso Rosso - M. Tonderecar - Castelgomberto - Meletta - M. Longara - Asiago. La nuova linea venne ripetutamente attaccata in forze il 10 novembre 1917 dagli austriaci e, malgrado l'accanita resistenza, si dovette retrocedere sul M. Sisemol - M. Zomo dove il 13 e 14 novembre i fanti della «Liguria» però riuscirono ad arrestare l'irruenza nemica. Dal 14 al 17 il nemico concentro i suoi sforzi contro M. Fior e Castelgomberto e ancora il 22 e 23 contro il M. Meletta dove fu respinto dagli alpini e dai fanti della «Perugia». Il 14 dicembre il nemico ritentò con nuove e più poderose forze, ma venne però bloccato sulla predisposta linea arretrata Cima Echar - M. Valbella - Col del Rosso - Zaibena. Contro questa nuova linea il 23 dicembre il nemico scatenO 1'ultima offensiva che si protrasse durissima, d'ambo le parti, il 24 e perfino il giorno di Natale. Ma alla fine ogni velleità offensiva austriaca fu infranta. LA BATTAGLIA DIFENSIVA DEL GIUGNO 1918 L'ambizioso piano nemico mirava ad un gigantesco attacco concentrico impegnandovi tutte le forze disponibili: L'11a Armata austro-ungarica, forte di 23 Divisioni schierate dall'Astico a Fener, sul Piave, doveva effettuare l'azione principale dagli Altipiani e dal Grappa per raggiungere Vicenza ed aggirare le Armate italiane schierate sul Piave. Sugli Altipiani l'attacco nemico mosse la mattina del 15 giugno e nel settore occidentale, presidiato dalle truppe britanniche, ottenne qualche successo iniziale, ma il pronto ed efficace intervento dell'artiglieria del X Corpo d'Armata, a cui segui un deciso contrattacco, valse ad arrestarlo. Nel settore centrale, tenuto dalle truppe francesi, le fanterie nemiche penetrarono nel saliente di Capitello Pennar, ma ne furono presto ricacciate. Nel settore orientale, presidiato dal nostro XIII Corpo d'Armata, l'attacco nemico riuscì a progredire fino ad investire il ridotto di Cima Echar e la posizione di Busa del Termine; ma i nostri reparti tennero vittoriosamente fronte alle masse di assalto lottando corpo a corpo ed il nemico non passò. Nella successiva giornata del 16 giugno, sull'Altopiano di Asiago, la situazione iniziale venne completamente ristabilita merce i nostri vittoriosi contrattacchi. L'OFFENSIVA FINALE I124 ottobre 1918 il Comando Italiano fece iniziare dal Grappa e dal Piave la grande offensiva the doveva rompere il fronte nemico nel tratto di saldatura fra il settore montano e la linea del Piave e per travolgerlo definitivamente. L'improvvisa piena del fiume fece ritardare di qualche giorno l'azione risolutiva dell'8a e 10a Armata. Ma il 29 ottobre la nostra offensiva riprendeva su tutto il fronte, dallo Stelvio al mare. L'Armata degli Altipiani, superata l'estrema e tenace resistenza avversaria, avanzava decisamente con le avanguardie in Val Brenta e su Trento, costringendo alla resa colonne interminabili di soldati austriaci stremati dalla stanchezza e umiliati dalla sconfitta. |