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Sorge
sulla sommità del Colle Castel Dante ed
a breve distanza dall'abitato di Rovereto. Vi
sono custodite le spoglie di 20.279 Caduti delta
guerra 1915-1918, di cui: 11.455 milita italiani, 151 della Legione
Cecoslovacca che combatté al
nostro fianco e 8.673 austri ungarici
raccolti dai cimiteri di guerra del zona. É
una monumentale costruzione a corpo cilindrico,
a due piani, collegati da scale interne,
sorta net 1936 nello stesso luogo dov'era
il vecchio cimitero di guerra (su progetto
dell'architetto Fernando Biscaccianti). La
località deve il suo nome ad una leggenda secondo
la quale il "Sommo Poeta" fu, intorno al
1310, ospite del Castello dei Castelbarco Lizzana e di cui ancora restano
sulla stessa altura alcuni
ruderi. Nel piano superiore trovasi
1'altare e le tombe di Damiano Chiesa e Fabio
Filzi. A1 piano terreno, una lapide davanti
a cui arde una lampada perenne ricorda
le Medaglie d'Oro della Legione Trentina. Ai margini della strada di accesso sono visibili alcune opere militari costruite dai fanti della Brigata Mantova dopo aver conquistato la posizione nel 1915. Dallo spiazzo che è sulla sommità del Colle, possono individuarsi quote e località riferite a memorabili eventi bellici. A lato del pennone portabandiera che è sul piazzale del sacrario, un vecchio rovere ricorda il simbolo araldico della città. IL TRENTINO NELLA GUERRA 1915 - 1918 L'AVANZATA
DEL 1915 All'inizio
delle ostilità il settore operativo Trentino-Stelvio, testata del Cismon,
venne affidato alla 1a
Armata forte, allora, di 160.000 uomini e 612 pezzi d'artiglieria. Le
operazioni del 1915 furono intese a raggiungere una linea che migliorasse la nostra situazione difensiva
del pericoloso saliente austriaco nel Trentino. Cosi gli Alpini della 5a
Divisione salirono ai Passi del Tonale e della Forcella di Mentozzo; i fanti della 6a
si lanciarono sulle orme garibaldine del
'66 dilagando in Val di Chiese e nel Vestino; le truppe del generale
Cantore occuparono le cime del
Baldo e dell'Altissimo; vennero occupati altresì il Baffelan, il Pasubio
e il Monte Corno di Vallarsa.
In Valsugana si arriva fin quasi a Borgo e, all'estremo est, fin verso
Fiera di Primiero. In Val
Lagarina si giunse ad occupare Ala e Pilcante nonchè Serravalle e le
Zogna Torta. Durante 1'autunno
l'Armata riuscì a conseguire ulteriori vantaggi nelle Giudicarie,
raggiungendo Pieve di Ledro e
Bezzecca; in Val Lagarina tolse all'avversario tutte le propaggini
dell'Altissimo fino al solco di Loppio;
sul lato sinistro dell'Adige, all'inizio dell'inverno, raggiunse Castel
Dante, fin quasi alle porte di Rovereto. L'AZIONE
SULL'ADAMELLO DEL 1916 Nell'aprile
del 1916 la 5a
Divisione iniziò una serie di operazioni sull'Adamello dirette alla conquista
della cresta di Monte Fumo e della Lobbia Alta che furono espugnate dagli
Alpini dei battaglioni Edolo,
Val Baltea e Val Intelvi e dalla compagnia autonoma del «Rifugio
Garibaldi». Successivamente
(notte del 29 aprile) si occupò la seconda linea nemica dal
Crozzon di Folgarida al Passo di
Cavento. Tre giorni di accaniti combattimenti preceduti da audaci scalate
fecero cadere nelle nostre
mani tutte le posizioni, costringendo gli Austriaci a sgomberare l'intera
testata di Val Genova. LA
STRAFEXPEDITION (1916) Nella
primavera del 1916 gli Austro-Ungarici cercarono di sfruttare il vantaggio
strategico del "cuneo
trentino" e con una grande offensiva si proponevano di sfondare le
nostre difese montane e dilagare
nella pianura veneta, cogliendo alle spalle le Armate italiane schierate
sul fronte isontino. La battaglia,
in cui essi impegnarono notevoli forze, fu violenta ed invano contrastata
dal valore delle nostre truppe
della 1a
Armata che fu costretta a ripiegare: in Val Lagarina, sulla linea
Serravalle Coni
Zugna-Parmesan-Pasubio; sull'altopiano di Folgaria, verso Monte
Aralta-Monte Cimone Barcarola;
in Valsugana, sulla linea Caldiera, Monte Civaron, Strigno, Cima d'Asta,
dove gli attaccanti vennero definitivamente fermati. In Vallarsa le nostre
difese si appoggiarono al Coni Zugna
e al Passo Buole e con disperato valore respinsero ogni ulteriore
tentativo nemico di sfondare
l'ormai esile linea di protezione del nostro schieramento in Val Lagarina. LA
CONTROFFENSIVA ITALIANA Dal
25 giugno 1916 rinforzi affluiti sugli Altipiani consentirono, in breve,
di riconquistare circa un terzo
delle posizioni perdute, ad eccezione del Pasubio dove i nostri tentativi
si frantumarono contro
l'accanita resistenza del nemico che annetteva grande importanza al
possesso del massiccio per
ulteriori tentativi di sfondamento. 1917
- CONQUISTA
DEL CORNO DI CAVENTO Nel
giugno 1917 vennero riprese le azioni sull'Adamello the portarono il15 di
quel mese alla conquista del Corno di Cavento (q. 3.402). Ne furono
principali artefici i nostri Alpini
che attaccarono di sorpresa con
la concomitante azione di abili sciatori e di arditi rocciatori. Durante
la grave crisi di Caporetto l'Armata mantenne un atteggiamento strettamente
difensivo con forze ridotte per
invio di truppe ai settori più minacciati. LA
RICONQUISTA DEL M. CORNO DI VALLARSA
(10 maggio 1917) Dopo
la sfortunata azione del luglio 1916, la posizione venne fortificata dagli
Austriaci con imponenti lavori
in roccia che fecero del M. Corno (ora Corno Battisti) un pericoloso
osservatorio dominante gran parte della Vallarsa. L'attacco
condotto di sorpresa e con slancio da una compagnia del 3° Reparto
d'Assalto e da una compagnia
della Brigata « Murge», riuscì a raggiungere l'importante obiettivo
senza dover ricorrere al
brillamento della potente mina già predisposta. LE
AZIONI SUL TONALE-ADAMELLO Nel
maggio 1918 venne ripresa l'azione per la conquista della conca di
Presenta e di Monticelli. Ne
furono principali artefici gli Alpini che raggiunsero dapprima la
linea Cresta MaroccaroZigolon-Cima Presena e quindi quella di Conca Presena-Passo
Paradiso-Monticelli. LA
BATTAGLIA DIFENSIVA DEL GIUGNO 1918 Nel
quadro della grande offensiva austriaca del «Solstizio», nella zona a
cavallo del Tonale, il 12 giugno veniva scatenata un'azione
diversiva preliminare verso Edolo (Operazione Valanga). Nonostante
it notevole impegno di forze, la salda resistenza degli Alpini fece
crollare, nella stessa giornata,
ogni velleità di successo austriaco: preludio alle più
grandi sconfitte che il risorto Regio Esercito
Italiano infliggerà sugli Altipiani, sul Grappa e sul Piave. L'OFFENSIVA
FINALE Il
24 ottobre 1918 iniziava la grande offensiva italiana dal Grappa e
dal Piave per travolgere definitivamente
le armate austro-ungariche. Il
2 novemhre entrarono in azione
anche le unità del Trentino e dopo breve ed impetuosa lotta.
gli Alpini e gli Arditi
sfondarono lo sbarramento di
Serravalle e, travolte le
superstiti resistenze avversarie, raggiunsero Rovereto. Anche la più
vivace resistenza opposta dal nemico
dinanzi a Mori veniva superata. Nella
notte del 3 anche l'Armata delle
Giudicarie attaccava gli sbarramenti
del Tonale e di Val di Chiese traboccando
in Val
Vermiglio e nella Conca di Riva. Mentre lunghe colonne austriache deponevano le armi, la 1a Armata procedeva decisamente su Trento che veniva finalmente liberata il 3 novembre. L'Armata risaliva quindi la vallata dell'Adige e il 10 novembre raggiungeva i confini naturali del Brennero.
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