di Sillavengo
Nato a Nerviano (Milano) nel 1896, a morto a Roma nel 1992. Volontario di guerra a 19 anni, fu prima sottotenente del Genio Pontieri e poi comandante di una sezione lanciafiamme impiegata sul fronte del Carso. Laureatosi in ingegneria e architettura, tra il 1920 e il 1935 lavorò in Medio Oriente e in Africa settentrionale, ove apri uno studio di ingegneria al Cairo. Richiamato alle armi, nel 1936, allo scoppio del conflitto etiopico, fu impiegato prima in una rete di spionaggio, poi come comandante di una pattuglia informativa. Nel secondo conflitto mondiale fu comandante del XXXI Battaglione Guastatori in Africa settentrionale nella battaglia di El Alamein, poi ad Asiago, sino all'8 settembre 1943. Dopo l'armistizio fu nella Resistenza, per due volte catturato e imprigionato. La fine della guerra lo trova Capo di S.M. del Corpo dei Volontari della Libertà, a Milano. Venne ferito due volte e decorato cinque volte al valore militare nel Carso, in Libia, in Etiopia, a El Alamein e infine nella Resistenza.
Nella sua cospicua produzione letteraria ricordiamo: "Amhara", 1937; "Takfir", 1947; "Alamein 1932-1962", 1962; "1915-1919", 1965; "Ascari K7", 1966; "Le 300 ore a Nord di Qattara", 1972; "Alpino alla macchia - Cronache di latitanza 1943-1945", 1977.
Interessante e pregevole la sua produzione di schizzi e disegni che hanno illustrato la produzione letteraria personale e non. Suoi sono anche numerosi progetti per monumenti militari fra cui: i Sacrari militari di El Alamein, Murchison, Bari, gli Infoibati, il Tempio votivo del Morbegno; i monumenti al Paracadutista, Viterbo e Livorno, all'Artigliere Alpino di Udine, alla "Folgore" di Castromarina, al Duca d'Aosta a Gorizia.
La sua presenza artistica è visibile ancora nel Museo delle Truppe Alpine sul Doss di Trento e nel piccolo Oratorio di San Rocco, situato nei pressi di Palleroso, un paesino della Garfagnana sulla ex Linea Gotica, Sacrario dei Caduti della Divisione Monterosa.
Ma la maggior impresa di Paolo Caccia Dominioni, che, oltre a far capire profondamente i valori ed il temperamento dell'Uomo, gli valse riconoscenza internazionale, fu la rischiosa missione per la raccolta delle salme di ogni bandiera sui campi di battaglia del deserto, dove si isolò, insieme al suo amico Renato Chiodini "...l'uomo di Tobruk, il ferito di Alamein...", per oltre 10 anni dopo il 1948 che, con tappe successive, portò alla realizzazione dell'attuale Sacrario di El Alamein.Per questa grandiosa opera umana e civile, degna del motto alpino «Per non dimenticare» è stata concessa al Tenente Colonnello Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo la
Medaglia d'Oro al Valore dell'Esercito alla memoria
"Già comandante del 31° Battaglione guastatori del Genio nelle
battaglie di El Alamein, dopo la fine della 2^ Guerra Mondiale svolgeva
volontariamente, per oltre 12 anni, l'alta ed ardua missione di ricerca delle
salme dei caduti di ogni nazione, disperse tra le sabbie del deserto egiziano,
incurante dei disagi, dei sacrifici e dei rischi che essa continuamente
comportava.
Con cosciente ed elevata preparazione tecnico-militare, coraggio e sprezzo del
pericolo, conduceva personalmente le ricerche tra i campi minati ancora attivi,
nel corso delle quali veniva coinvolto per ben due volte nell'esplosione delle
mine, a seguito delle quali un suo gregario veniva seriamente ferito e ben sei
suoi collaboratori beduini perdevano la vita.
Grazie alla sua opera, oltre 1500 salme italiane disperse nel deserto,
unitamente a più di 300 di altra nazionalità, venivano ritrovate e altre 1000,
rimaste senza nome, venivano identificate e restituite, con le prime, al
ricordo, alla pietà ed all'affetto dei loro cari. Inoltre, 4814 caduti riposano
oggi nel Sacrario Militare Italiano di El Alamein, da lui progettato e
costruito, a tramandarne le gesta ed il ricordo alle generazioni che seguiranno.
Comandante, ingegnere, architetto, scrittore ed artista, più volte decorato al
Valore Militare, ha lasciato mirabile traccia di sé in ogni sua opera, dalle
quali è derivato un grande onore all'Esercito Italiano, sommo prestigio al nome della Patria e profondo conforto
al dolore della comunità nazionale, duramente provata dai lutti di
guerra".
El Alamein, (Sahara Occidentale Egiziano), 1942-1962