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Il
Sacrario sorge al km 120 della litoranea Alessandria d'Egitto - Marsa
Matruh su un'ampia zona di terreno collinoso. Il toponimo arabo "Tel
El Alamein" significa "la collina delle vette gemelle". Tutto
intorno si estende la vasta pianura desertica sulla quale si svolsero le
grandi battaglie di El Alamein. L'opera muraria (su progetto di Paolo
Caccia Dominioni, già Ufficiale del Genio Alpino ed in Africa
settentrionale Comandante del XXXI Battaglione Guastatori del Genio) si
compone di tre distinti blocchi di costruzioni: il Sacrario propriamente
detto, il complesso degli edifici situati lungo la strada litoranea, la
base italiana di "Quota 33". Il
Sacrario è costituito da una torre ottagonale, leggermente rastremata
verso l'alto, che si allarga alla base in un ampio padiglione. All'interno
sono custodite le Spoglie dei Caduti. Circa
500 metri a nord-ovest del Sacrario, su una collinetta, sorge la base
italiana di «Quota 33». Nei pressi vi sono i resti di un cimitero di
carri armati, saccheggiato dai beduini. A
Quota 33, dove si era sacrificato il 52° Gruppo Cannoni da 152/37 (10
luglio 1942), fu costruita, nel 1948, la Base Italiana, donde mossero
355 ricognizioni desertiche per il recupero dei Caduti, con oltre 400.000
chilometri di percorso. A cura dei Reduci del «31° Battaglione Guastatori D'Africa» (al labaro una medaglia d'argento e una di bronzo al V.M.) per ricordare i combattimenti di Marmarica, Tobruk, El Alamein e Tunisia (1941-1943) e la successione missione (El Alamein 1948-1961) agli ordini del Commissariato Generale Onoranze Caduti. Nel
Sacrario riposano oltre 5.200 Salme italiane provenienti dal Deserto. La
missione partecipò pure al recupero di circa 6.000 Salme tedesche o alleate e creò le opere architettoniche delle Necropoli Italiane di El
Alamein e Tripoli. Gli
edifici situati lungo la strada comprendono, da sinistra: La
raccolta delle Salme dei Caduti, iniziata nel 1943 dalle autorità
britanniche (con mano d'opera costituita da prigionieri italiani e
tedeschi), fu completata negli anni dal 1949 al 1960 a cura di una
Delegazione del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti di
Guerra, guidata dal Col.
Paolo Caccia Dominioni che, con molta abnegazione, si dedicò
alla pietosa opera. La
ricerca e l'esumazione delle Salme, sparse nel vasto campo di battaglia,
fu particolarmente ardua e complessa a causa degli estesi campi minati
ancora efficienti che, nei dieci anni di ricerca, provocarono la morte di
sette collaboratori indigeni. Nel
1955 viene ultimata la costruzione della base di Quota 33. La base è
anche monumento al LII gruppo
cannoni da 152/37, in ricordo del valore e del sacrificio degli artiglieri
immolatisi sulla quota senza
cedere allo strapotere dell'attacco australiano. "Qui una voce si leva possente e ammonisce a mai disperare nei destini d'Italia".
Nello stesso anno è completata anche la costruzione del cimitero per gli ascari libici, secondo le rigorose regole di sepoltura musulmane. |